Purtroppo da me c'è una sala cinematografica gestita con una chiusura mentale estrema che esclude categoricamente qualunque prodotto asiatico (animazione e non) e preferisce avere il film delle Winx ad ogni ora (per non parlare dei cinepanettone che lasciano in programmazione anche per mesi) piuttosto che concedere anche solo un paio di giorni ad una qualunque pellicola che provenga dall'oriente! -_-
Meno male che le città vicine sono un po' più elastiche e quindi è possibile fare piccole migrazioni.
Jiro Horikoshi (personaggio realmente esistito) adora gli aeroplani e a causa della sua miopia che non gli permette di diventare pilota, comprende che la sua strada è quella di diventare progettista; così, pervaso da una profonda ammirazione per Gianni Caproni (realizzatore di straordinari velivoli), diventa un ingegnere d'aviazione.
I sogni di Jiro si intrecciano con la Seconda Guerra Mondiale e le sue straordinarie capacità vengono messe al servizio di scopi bellici.
Mi è sembrato quasi difficile attribuire una pellicola così fortemente realistica a Miyazaki ma evidentemente il regista ha voluto comunicare in maniera diversa e molto più intima del solito il suo messaggio.
Il film, nella sua diversità è realizzato splendidamente, con la ricchezza di paesaggi, poesia e dettagli tipici dello studio Ghibli. Durante la visione c'è una scena che mostra un terremoto a dir poco agghiacciante, ho avuto la pelle d'oca per quanto fosse tangibile.
Questa storia è strettamente incentrata sull'obbiettivo di un singolo individuo che di certo non può cambiare il mondo o compiere gesti straordinari ma può solo credere nel suo "egoistico" sogno e nella sua capacità per realizzarlo.
Il film cita spesso "Le vent se lève, il faut tenter de vivre", ma l'unico momento in cui realmente questa frase mostra il suo vero significato è in un desolante finale.
Non posso dire che questa opera abbia sovrastato le altre di Miyazaki perchè appartiene ad una categoria così ricca di Storia e differente dal solito che non è nemmeno possibile fare dei paragoni, ma certamente mi è piaciuta moltissimo e non nascondo che mi ha commossa fino alle lacrime.
Un altro piccolo gioiello splendente che entrerà a far parte della mia collezione di DVD! :)
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Questo mese sono riuscita a terminare la lettura del manga Hanayori Dango (l'ho cominciato a febbraio).
La serie è composta da 48 volumi più uno special.
I primi 24 numeri sono in formato "sottiletta", dal 25 in poi seguono il normale formato giapponese.
Tsukushi Makino è una ragazza appartenente ad un ceto medio/basso ma i suoi genitori la costringono a frequentare le superiori nel prestigioso istituto privato Eitoku.. questo perchè sperano che la loro figlia possa conoscere gente ricca e possibilmente trovare un marito facoltoso.
Le cose a scuola però non vanno come i genitori di Tsukushi sperano perchè la nostra protagonista desidera unicamente terminare presto gli studi restando isolata e indifferente a tutto quello che la circonda per non attirare l'attenzione di nessuno.
Il tentativo di sopprimere il suo temperamento vivace, non durerà a lungo perchè un bel giorno Tsukushi esploderà davanti agli atti di bullismo e violenza gratuita adoperati dagli F4: i quattro ragazzi più belli e più ricchi di tutto l'istituto, amici fin da bambini e arroganti nei confronti di chiunque non gli vada a genio.
Gli F4 sono composti da Domyoji (leader del gruppo), Mimasaka (amante delle donne "mature"), Nishikado (dongiovanni incallito) e Hanazawa (silenzioso e tenebroso del gruppo).
I quattro ragazzi, non avendo mai subito forme di ribellione da parte degli altri studenti a causa del loro enorme potere, decidono di aizzare tutta la scuola contro Tsukushi e di qui parte un inno all'ipocrisia e alla falsità unico nel suo genere (oltre una costante presenza di maschilismo)!
La protagonista però è una ragazza tenace e non vuole che i sacrifici fatti dai suoi genitori per mandarla in una scuola così pregiata, vadano sprecati.
Col tempo Tsukushi riesce a vedere in Hanazawa qualcosa di speciale finendo per innamorarsene mentre gli F4 prendono in simpatia la loro vittima diventandone amici e addirittura Domyoji se ne innamora.
Il manga ha le basi di un classico shojo.. un'eroina assolutamente normale di cui si innamorano tutti e una serie di triangoli e parallelepipedi amorosi in un ambiente scolastico dove i protagonisti non fanno altro che non dire, non spiegare, non chiarire.
I personaggi, sono ben caratterizzati e si lasciano amare senza che il lettore se ne renda conto.. però, leggendo la storia con obbiettività, si rischia di odiarli perchè essenzialmente Domyoji (il vero protagonista maschile) è un ragazzo sciocco, antipatico, violento e presuntuoso ma riesce ugualmente a farsi apprezzare con la scusa di non saper trattare con la gente (però con chi dice lui sa interagire benissimo) diventando il personaggio preferito di molti lettori.. non è giusto che l'autrice abbia abbindolato tutti in questo modo con un personaggio così terribile!
Insomma, Domyoji ordina ai suoi scagnozzi di far violentare una ragazza, picchia chiunque gli capiti a tiro se anche solo viene sfiorato per sbaglio, corrompe col denaro e le minacce e alla fine che succede??? Resta impunito e rimane nella memoria come un personaggio che fa innamorare. -_-
Nel corso del manga sembra migliorare ma è solo apparenza perchè il minimo indispensabile di rispetto che mostra, lo ha solo verso i suoi amici e la donna che ama, il resto della popolazione per lui resta feccia.
Anche la protagonista è incoerente; nonostante reciti la parte dell'agguerrita, della giusta in ogni situazione e combatta per la sua causa contro lo strapotere dei ricchi, finisce quasi sempre per restare incantata e desiderare lei stessa degli oggetti lussuosi, degli abiti firmati e tutte quelle frivolezze di cui si può certamente fare a meno.. e allora la sua forza qual'è?
Altra nota va alla famiglia di Makino.. la più disgustosa e pidocchiosa mai vista, che spera solo di avere un genero ricco per appoggiarsi al suo potere economico ed essere mantenuta (e poi ci credo che la mamma di Domyoji diventa così acida e crudele verso i proletari.. -_-)
In conclusione è genericamente un bel manga solo grazie alla bravura subdola della sua autrice e, considerando la poca passione che ho per gli shojo e la sua luuunghezza, è davvero un gran complimento (il brodo è stato allungato un po' troppo, tanto che alcuni punti della storia hanno delle incongruenze perchè secondo me, l'autrice stessa ha dimenticato quello che aveva scritto prima).
La narrazione piacevole, frizzante e leggera che Yoko Kamio ha saputo donargli, lo rende un pezzo che non dovrebbe mancare nella collezione degli appassionati di shojo, ma d'altro canto è un manga odioso perchè vince l'ipocrisia, la violenza e la codardia. Non ci ho visto nessun messaggio positivo soprattutto da parte dei protagonisti.
Il senso di lettura è da sinistra verso destra.
Nota per l'edizione: ribaltata, curata male, molti passaggi vanno interpretati perchè alcune battute sono scritte nei balloon sbagliati e certamente non tradotte al meglio.
Per esempio: un paio di stampelle leopardate vengono chiamate "slip" perchè evidentemente al posto di leggere, i traduttori hanno solo guardato male le figure illustrate.. e pensare che su quelle stampelle c'è tutta una storia dietro.
Per non parlare di Nishikado che in alcuni interi capitoli isolati viene misteriosamente chiamato Nishino. -_-
*Per esempio: un paio di stampelle leopardate vengono chiamate "slip" perchè evidentemente al posto di leggere, i traduttori hanno solo guardato male le figure illustrate.. e pensare che su quelle stampelle c'è tutta una storia dietro.
Per non parlare di Nishikado che in alcuni interi capitoli isolati viene misteriosamente chiamato Nishino. -_-
Ho visto un film giapponese di Miike Takashi del 2011: Hara-kiri, death of a samurai.
Durante la prima metà del 1600 alcuni ronin si rivolgevano ai signori feudali per compiere un onorevole hara-kiri nel loro cortile dato che non avevano più una dimora.
(NOTA: I ronin sono samurai senza padrone e l'hara-kiri è un rituale di suicidio celebrato per espiare una colpa o per non morire nel disonore, in questo caso specifico viene fatto per non dover morire di stenti nella miseria dato che i ronin non hanno più un lavoro e una casa).
Nonostante il rituale fosse una seccatura per i signori feudali (soprattutto quando non era dedicato ai propri servitori), non potevano ignorare la richiesta proveniente da un ex-samurai.
Spesso, per evitare la cerimonia di hara-kiri, i signori offrivano soldi o lavoro al ronin di turno, tanto che molti uomini fingevano di volersi suicidare per onore pur di elemosinare qualcosa.
Così, quando il ronin Hanshiro Tsugumo si reca presso la nobile casata Iyi chiedendo di poter fare hara-kiri nel cortile con un degno rituale, per fargli capire che gli imbrogli non erano tollerati, i samurai del posto gli raccontano la storia del giovane Motome che si era recato presso di loro alcuni giorni prima chiedendo al signore del posto di poter fare hara-kiri: i membri della casata, notando che la spada del giovane Motome aveva una lama di bambù, gli concessero di fare hara-kiri nel cortile con i più alti onori perchè avevano capito che il ragazzo non desiderava davvero morire ma sperava solo di avere del denaro con l'inganno. Motome, colto di sorpresa dalla decisione, non potè tirarsi indietro e venne costretto a suicidarsi con la sua stessa lama di bambù fra vergogna e atroci sofferenze.
Dopo aver ascoltato questa storia, Hanshiro dichiara di non voler tornare sui suoi passi e si appresta a raccontare a sua volta una storia ancora più terribile.
Da quel che ho letto in rete, questa pellicola è un remake, ma non ho ancora avuto la possibilità di vedere l'originale.
Il film è molto ben realizzato.
Oltre ad una finestra rivolta verso un rituale d'onore che appare così lontano dalla nostra cultura, rivela una critica sociale verso lo strapotere esercitato innanzitutto da un regnante che ha privato i samurai del "lavoro" per orgoglio, e poi ancora alla classe nobile e agli stessi samurai che non hanno voluto comprendere la sofferenza e i problemi di quelli che un tempo erano loro pari.
Un tema che dopo 400 anni è ancora molto valido.
Se le storie truci e strazianti non vi spaventano, ve lo consiglio.
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Tutte le immagini che vedete in questo post sono pubblicate a puro scopo illustrativo... ^^'''