giovedì 31 maggio 2018

Top Maggio 2018

Questo mese ho letto Sugar Dark.
Tratto da un romanzo, questo manga in 4 volumi, ambientato in una alternativa era industriale, narra del giovane soldato Moul, arrestato ingiustamente con accusa di omicidio.
Per scontare la condanna, Moul viene segregato in un cimitero dove ha il compito di scavare fosse non sempre di dimensioni "normali". Ben presto il nostro protagonista scoprirà che le tombe sono destinate a dei veri e propri mostri che popolano le tenebre all'insaputa della popolazione e che esistono dei cacciatori che si occupano di sterminarle per garantire il progresso del genere umano.
Moul è terrorizzato da questa agghiacciante verità ma riesce ad andare avanti perchè fa amicizia con Melia, una gracile e bellissima ragazzina che si definisce "custode delle tombe"... ancora misteri e segreti da svelare per questo ignaro prigioniero che vorrebbe solo fuggire.

In un mix di horror e fantasy viene raccontata una storia piuttosto gradevole ma che, a mio parere, lascia buchi qua e là.. forse a causa dei pochi volumi.
Direi che mi è abbastanza piaciuto come manga ma non mi ha particolarmente entusiasmata.
Non è una lettura imperdibile ma se ve la ritrovate davanti, una sbirciatina gliela si potrebbe dare.
Il senso di lettura è da destra verso sinistra.
*



Ho visto il film d'animazione giapponese La forma della voce.
Shoya Ishida è un bambino delle elementari molto vivace, sempre al centro dell'attenzione e pieno di amici.
Nella sua classe arriva Shoko Nishimiya una bambina sorda che comunica attraverso una quaderno. Inizialmente tutti cercano di aiutarla ma ben presto l'ostacolo della comunicazione diventa un muro sempre più alto e Shoya, desideroso di mettersi in mostra, compie veri e propri atti di bullismo che costringono Shoko a cambiare scuola.
Shoya diventa il capro espiatorio di tutti i suoi compagni dato che è l'unico ad essersi maggiormente esposto e tutta la scuola inizia ad additarlo come una persona da non frequentare perchè è un bullo.
Ad essere isolato e vittima di maltrattamenti adesso è Shoya che per anni, fino alle superiori, non riesce più a legare con nessuno. L'unica cosa che gli sembra giusta fare è cercare Shoko per scusarsi.

Premetto che non ho ancora letto il manga (lo farò presto..... so che ci sono molti approfondimenti), ma già posso immaginare quanto mi piacerà dato che ho trovato questo anime davvero stupendo.
Ogni comportamento, ipocrisia, approccio, litigio sono curati in modo speciale perchè questo anime, non racconta solo una storia, ma spiega l'importanza dei legami e del cuore delle persone.
*




Tutte le immagini che vedete in questo post sono pubblicate a puro scopo illustrativo... ^^'''

10 commenti:

  1. "La forma della voce" mi può interessare.

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  2. Penso possa interessarmi di più La forma della voce. Molto particolare che da bullo si viene bullizzati... solo in Giappone! XD

    Moz-

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    1. In verità non ho mai realmente visto il protagonista come un bullo, ma semplicemente come un ragazzetto che non sapeva quello che faceva.

      Se tutta una classe avesse la coesione e le "palle" per ribellarsi al bullo di turno, secondo me lui un po' se la farebbe sotto.. ma queste cose hanno davvero poche speranze di avvenire.
      La cosa poi dipende soprattutto dai genitori e insegnanti che nella nostra realtà non esistono come lo sono in questo anime.

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  3. Mi aspetto molto da La forma della voce, e spero non mi deluderà quando lo vedrò ;)

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  4. Risposte
    1. Molto dolce e commovente.. un po' drammatico in verità ma secondo me ci sta in una situazione così.

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  5. Sono contenta che tu sia riuscita a vedere La forma della voce perchè è un titolo che ho trovato veramente molto commovente (per non dire che ho pianto in continuazione) e ben fatto. Il fatto che Shoya passi da bulletto a individuo isolato e il modo in cui viene mostrato il suo cambiamento mi hanno veramente colpita e segnata. Praticamente ho pianto più per lui che per lei, tirando le somme. ^^'

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    1. Ahahah.. vero, anche io ho avuto lacrimoni per lui perchè ritrovarsi improvvisamente soli e riuscire a capire che il problema non era Shoko ma il proprio comportamento, ha richiesto uno sforzo e un coraggio enormi.

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