Questo mese è stato davvero pieno di eventi e non ho avuto tempo di dedicarmi degnamente alla lettura e alla visione di anime... ^^
Sono riuscita unicamente a vedere il film d'animazione La casa fra le Onde proposto da Netflix.
Kosuke e Natsume sono due ragazzini che frequentano la stessa scuola e che hanno condiviso la loro infanzia a casa del nonno di Kosuke perché Natume era stata affidata alla sua famiglia a causa della separazione dei suoi genitori.
Nonostante siano cresciuti come fratelli, dopo la morte del nonno e il ritorno della madre di Natsume, i due ragazzi non riescono più ad andare d'accordo e non fanno altro che giudicarsi e litigare.
Natsume purtroppo non riesce ad affrontare il distacco e si rifugia segretamente ogni giorno nella palazzina dove viveva col nonno ormai prossima alla demolizione.
Un giorno, alcuni suoi compagni, fra cui Kosuke, si introducono nella fatiscente palazzina abbandonata per una prova di coraggio e incontrano Natsume. Durante l'ennesimo diverbio fra i protagonisti scoppia un violento temporale e improvvisamente la palazzina e i ragazzi al suo interno si ritrovano nell'oceano. Inizia cosi un vero e proprio percorso di crescita e sopravvivenza.
In questo anime viene affrontato il tema della perdita, del distacco e dei ricordi riferito in modo particolare a Natsume che si mostra sempre come il personaggio guida più maturo mentre invece nasconde il disagio più grande fra i compagni coinvolti in questa bizzarra situazione.
La palazzina che finisce fra le onde ha la peculiarità di galleggiare e seguire le onde incontrando sul suo cammino vari edifici che ripercorreranno i ricordi importanti della protagonista mostrando questa avventura come una concreta proiezione del suo malessere. Peccato che il suo male interiore finisca per dare concreto male fisico sia a se stessa che a chi la circonda.
Personalmente ho trovato che questo anime sia partito molto bene ma si sia dilungato davvero troppo (dura ben due ore) sui battibecchi dei protagonisti e la testardaggine di Natsume nel non volersi distaccare dal passato per affrontare il presente e il futuro mostrando un qualcosa che mi è sembrato molto simile ad una depressione giovanile. Io avevo ben capito questa metafora ma pare che la regia abbia voluto rimarcarla ancora e ancora e ancora e... ad un certo punto basta, no?!
In qualunque caso è stato un anime piacevole anche se mi ha lasciato una certa inquietudine.
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Mi dispiace il dilungamento, ma sembra che il tema sia interessante, vorrei vederlo...
RispondiEliminaIl tema è molto toccante ma secondo me il film è stato troppo lungo! ^^
EliminaNon credo di riuscire a reggere per così tanto tempo questa tipologia di film...
RispondiEliminaPenso che sia troppo angoscioso per te.. ^^
EliminaUna bella lista di cose su Netflix, ma di anime ancora pochi visti, ma qualcosa ho visto però ;)
RispondiEliminaOgnuno ha le sue priorità con le cose da vedere... lo so che ti impegni anche con gli anime! :p
EliminaHo visto che, da qualche mese, anche al supermercato Gigante, dove faccio la spesa, sono comparsi questi fumetti, "anime" si chiamano , mi pare !!Io non ne ho mai letti ma credo che ci sia molta richiesta. Ciao
RispondiEliminaIl fumetto si chiama "manga" mentre il cartone animato è "anime".
EliminaIn effetti ora sono molto più diffusi. Per esempio l'ultima volta che sono stata a La Feltrinelli sono rimasta sbalordita da quanto fosse diventato immenso il reparto dedicato ai fumetti. Fino a qualche mese fa per loro c'era solo un angolino.
Ho avuto un'infanzia felice e un'adolescenza deprimente, quindi questo genere di film potrebbe anche piacermi.
RispondiEliminaPer quanto riguarda le mie visioni sono indietrissimo, pensa che pochi giorni fa ho visto per la prima volta "Your name".
Io sono indietro con mille altre cose, non temere! Spero che almeno ti sia piaciuto! :p
EliminaQuello sicuramente, peraltro finalmente un film di Makoto Shinkai con un lieto fine :-D
EliminaAvrà avuto paura che il messaggio non passasse XD
RispondiEliminaAhahahah! È esattamente quello che ho pensato.. infatti mi chiedevo "ma la regia quanto pensa che sia ottuso uno spettatore da non capire che la protagonista ha sto disagio più grande di lei?".. forse ha pensato che non tutti sarebbero capaci di avere in simpatia un personaggio con una forma di depressione e ha cercato di spiegarlo meglio ma per me ha avuto un effetto opposto. ^^
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